Descrizione Odepórica della Spagna, in cui spezialmente si dà notizia delle cose spettanti alle belle arti degne dell´attenzione del curioso viaggiatore

Antonio Conca

Antonio Conca, socio delle Reali Accademie Fiorentina e dé Georgofili. Descrizione Odepórica della Spagna, in cui spezialmente si dà notizia delle cose spettanti alle belle arti degne dell´attenzione del curioso viaggiatore; di Don Antonio Conca, socio delle Reali Accademie Fiorentina de de´Georgofili. Parma. Dalla Stamperia Reale. 1793. Tomo II, 

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Altro monumento pittorico, sebbene non conti la medesima antichità, si trova appresso i Bernardoni detti di San Martin de Valde Iglesias, perchè una lega discosti dalla Terra, donde prende la denominazione il los Monastero situato in luogo baso, e alquanto frondoso. 

Páginas 170-176.

Dopo una lega finalmente di camino verso il Ponente di San Martin si trova il Monistero de´Gerolamini di Guisando in situazione veramente ritirata, ma deliziosa e amena, e cinto intorno di cipressi, e di allori. Quivi non lungi una Venta, della quale non restan pur le vestigia, dove fu riconosciuta, e giurata crede de Regni di Castiglia la Regina Cattolica Donna Isabella. Convervani però in una vigna di ragion del Monistero i rinomati antichi Tori oggetto principale di questa gita. De´quattro Tori, che tuttora si vedono, uno è profondato quasi per metà nel terreno, e tutti molto guasti dalle ingiurie de´tempi, i quali n´hanno corrose le Iscrizioni in guisa che poche tracce di caratteri può rilevare l´occhio il più attento; sufficienti però per crederli di origin Romana. Può supplire in qualche modo a questo danno un´antica copia con illustrazione del fatto, che posseggono i Monaci, la queale ci rende informati, como nella Valle Bastetana diede l´esercito di Cesare la gran rotta á figliuoli di Pompeo, Sesto, e Gneo: che la Battaglia dubbiosa in sul principio si decise a favore di Cesare già incorraggiato da Prisco Calecio suo Capitano; che i figliuoli di Pomnpeo abbandonati da´loro soldati, e con molte ferite si ritirarono a certe grotte nonn molto discoste, e finalmente, che volendo celebrarne il trionfo sacrificarono cento Tori, e ne perpetuarono la memoria cogli scolpiti in granito, ed ivi lasciati. Eccovene le Iscrizioni:

BELLVM CAESARIS, ET PATRIA MAGNA EX PARTE CONFECTVM  FVIT (1)

S. ET GN. M. POMPEII FILIIS HIC IN AGRO BASTETANO PROFLIGATIS (2) 

L´altra Iscrizione dice

LONGIVS PRISCO CALECIO (3) 

PATRI F. C.

La terza

(4) CAECILIO METELLO CONSVLI II VICTORI.

  1. Ambrosio Morales legge: Confectum est
  2. Hic in Bastetanorum agro profligatis, che sente meglio
  3. Prisco Caesonio.
  4. Nel Morales v´ha un Q. avanti del Caecilio.

 

La quarta

EXERCITVS VICTOR HOSTIBVS EFFVSIS (1)

La quinta

L. PORCIO OB PROVINCIAM OPTIME ADMINISTRATAM BASTETANI (2)

POPVLI F.  C.

Alcuni sondi sentimento, che fosse anticamente maggíore il numero dé Tori; le Iscrizioni ne additano cinque per lo meno. Sono altri di opinione, che quegli informi animali non sieno già Tori, ma Elefanti, sul riflesso, che Elefanti furono soliti a lasciare i Cartaginesi, dove giunsero colle loro conquiste. Non è di mestiere l´esser ben versato nellla Storia naturale, scrive il Bourgoing, (1) per distinguere un Toro da un Elefante (e chi gli contrasterà mai questa verità?), e l´incertezza degli Antiquari Spagnoli su questo punto ptrebbe dar luogo a dei ridicoli motteggi. Egli pertanto volle examinar da vicino 

  1. Il Conte de Mora legge: fusis
  2. Il medesimo: Batestani
  3. Tomo III, pág. 261, e seg. 

la questione, e formò il progetto temerario di volerla decidere, como fece felicemente. Sentiamolo da lui. In pche parole; dopo un´ora di osservazione (soggiugne) lasciai la questione indecisa, como l´avea trovata. Bravo il mil naturalista rigenerato Francese! Parturient montes ec. Confuso egli dunque della sua concepita temerità, et présque honteux de son voyage infructueux, s´incamminò verso il Monastero, dov´ebbe un´acconglienza veramente cordiale da quei Religiosi, i quali non avendo alcun dubio sull´interpretazione, che dar si dovea all´indicato monumento, e gelosi di possederlo nel loro distretto, gli mostrarono l´antico documento, che garantiva la lor tradizione, risposero a tutto ciò che lor oppose, e gl´indicarono eziandio per maggiormente persuaderlo le famose grotte, che furono l´asilo á figliuoli di Pompeo dopo la loro sconfitta. Se vero fosse, che quel contorno sia l´agro Bastetano, che colà, non già nella Betica (1) fosse rotto il partito di Pompeo; queste protebbero essere le grotte, dove si rifugiò il vinto esercito; como questa si fu la ombrosa, e cupa abitazione, che dopo molti secoli diede ricetto ad alcuni Romiti portativisi, come si racontra, dall´Italia, fintantochè Pietro Fernandez Pecha introdusse nella Spagna l´Ordine Gerolamino, al quale restarono aggregati. La principale e più amplia delle cinque grotte, che tale appunto è il loro numero, serví un tempo á medesimi di Chiesa, siccome tuttavia si comprende dall´Altare. I belli, e naturali taglj, con cui dalla maestra delle cose vedonsi tutti quegli antri cavati nel vivo sasso, la verdura, e frondosità, che li tiene nascosti, e serve come di porta a ritiro così taciturno; quanto più non ragionano riempiendo la 

  1. Reca gran maraviglia al Morales ciò che si legge nell´Iscrizionde di essersi finita la guerra la né campi Bastetani, quando si sa da Hircio, Dione, Appiano, e altri, che terminasse nell´Andalusia. A me pare, che le parole magna es parte tolgano ogni equivoco. 

mente di chi vi entra, di nuove, e non più gustate dolci idee di tranquilità, che non faccian le indorate e ben fornite magioni, dove spicca il lusso, e l´arte fa la più nobil comparsa? Ma dove mi conducono, e il semplice magistero della natura, e i solinghi abituri di rigidi Anacoreti, dovendo io secondo lo scopo mio far con particolarità rilevare i più commendevoli, ed i più ben intesi lavori dell´arte? Torniamo dunque colà, onde ci dipartimmo, per proseguiré l´incominciata storica relazione dé valenti artefici, e delle nobili loro produzioni, avendo però sempre in vista, come non di rado si è fatto, quegli oggetti naturali, che muover possano il curioso Viaggiatoro ad un´attenta osservazione. Diamone un saggio nel seguente. 

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Lettera a S.E. il signor marchese Ercole Calcagnini. Nella quale si descrivono le vicende del Liceo di Salamanca; indi si para di esa Cità, di Alba di Tormes, di Avila, di Ciudad-Rodrigo, e dell´alpestre Territorio detto le Batuecas. 

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Se volete divertirvi non senza profitto, leggete il discorso generale sulle antichità di Spagna del citato Ambrosio Morales, che io facendo ritorno al ponte vi dirò solamente, como é di pietra, ed ha 27 archi nella sua lunghezza di 500 passi, e 12 nella larghezza. Maggior antichità del ponte addita una figura molto corrosa, che gli è vicina, la quale taluno direbbe essere un toro. È certamente un monumento antichissimo, di quelli per aventura, ch´erano soliti a lasciare i Cartaginesi, dove giungevano colle loro conquiste, siccome altrove fu da me accennato.